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Il riciclo è un “livello” della gerarchia dei rifiuti privo di adeguato sostegno. Si propone di mutuare le buone pratiche già sperimentate in ambito energetico introducendo strumenti di mercato che, a partire dai rifiuti di imballaggio, potranno essere estesi ad altri flussi di rifiuto. Una strumentazione economica consolidata per sostenere gli obiettivi di riciclaggio e la realizzazione degli impianti.

Il Recovery Fund è il più grande programma di infrastrutturazione europeo degli ultimi decenni. L’acqua e i rifiuti devono essere al centro di questo progetto, pienamente incardinati nella transizione verde e con chiari benefici per le future generazioni. Un ruolo nella governance degli interventi deve essere riconosciuto ad ARERA.

Il rating di sostenibilità ambientale, sociale e di governance è uno strumento che si affianca alla tradizionale valutazione del merito di credito. Il settore idrico ha tuttavia peculiarità che non consentono di mutuare pedissequamente le metodologie generaliste di altri settori economici. Occorre tenere conto delle sue specificità e codificarle in una metodologia coerente.

Negli ultimi 20 anni, l’incentivazione delle fonti rinnovabili ha consentito di assicurare da queste fonti almeno il 20% del fabbisogno energetico nazionale. La produzione di energia elettrica dai rifiuti è stata poco sostenuta, principalmente perché gli impianti di WTE sono stati osteggiati. I rifiuti potranno però giocare un ruolo nella decarbonizzazione al 2050. Occorre continuare a sostenere il WTE, indirizzandolo verso tecnologie innovative, efficienti e a basso impatto ambientale.

Cosa serve per rilanciare il ruolo del Mezzogiorno, a partire proprio dai temi ambientali, in primis dal ciclo dei rifiuti? Serve un progetto politico nuovo, improntato a un effettivo riformismo, che sappia essere endogeno, autonomo, sostenibile, partecipato e diffuso.

Le abitudini dei cittadini/utenti sono state recentemente sconvolte da una ritrovata coscienza ambientale e dalla recente emergenza sanitaria. Questo mutato contesto apre l’opportunità per una nuova alleanza tra gestori e cittadini: è arrivato il momento per i gestori idrici di consolidare il rapporto di fiducia e di assumere una chiara identità, riconoscibile e riconosciuta, di soggetto attuatore di sostenibilità e tutela ambientale.

Fiducia dei cittadini e partecipazione sono ingredienti imprescindibili di un percorso di miglioramento del servizio idrico e di riduzione degli impatti ambientali. Informazione e comunicazione hanno un ruolo centrale nel sostenere la consapevolezza. I miglioramenti non devono essere vissuti come imposizione ma come occasione concreta per generare sostenibilità.

Le direttive europee indicano chiaramente la necessità di azioni volte alla tutela della risorsa idrica e degli ecosistemi. I Paesi europei sono dunque chiamati a ristorare il danno ambientale cagionato dallo sfruttamento delle risorse idriche. ARERA ha previsto che il costo degli interventi di ripristino del capitale naturale e di rigenerazione della risorsa idrica possono essere coperti dalla tariffa dell’acqua.

La tassazione ambientale in Italia serve solo a fare cassa: solo l’1% delle risorse viene speso in protezione dell’ambiente. Un ripensamento della tassazione ambientale è necessario, a partire dall’ecotassa, ove il gettito va vincolato a sostenere gli impianti che non sono mai stati realizzati. Un disegno che aveva ispirato il legislatore sin dalla metà degli anni ’90. Sistematicamente disarticolato e disatteso dalle regioni.

La pandemia e l’esigenza di utilizzare le risorse comunitarie impongono la razionalizzazione delle procedure e dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche. Le misure approvate con il DL Semplificazioni andrebbero sostenute da norme prestazionali e da principi di efficacia degli assetti istituzionali locali, competenza delle stazioni appaltanti e sussidiarietà tra istituzioni.

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